La scorsa settimana Google ha pubblicato delle nuove linee guida riguardo al posizionamento dei contenuti scritti con l’Intelligenza Artificiale. Una interessante quantità di informazioni per chi crede che chatbot e SEO vadano a braccetto.
L’approccio deve essere responsabile
In queste ultime settimane in cui Google per la prima volta si trova a rincorrere nel segmento della ricerca, complice anche gli investimenti miliardari di Microsoft in IA, Big G non lesina parole nel raccontare la propria esperienza nell’Intelligenza Artificiale. Tuttavia, è possibile generare contenuto con chatbot e IA e confidare in un buon posizionamento. Purché siano mantenute delle condotte “responsabili”.
Google infatti continuerà a premiare i contenuti di alta qualità, a prescindere se è stato prodotto da uomo o macchina. Il contenuto originale continua ad essere preferito, specie se di qualità. Google chiama questo contenuto E-E-A-T, un acronimo che significa Experience, Expertise, Authority, Trust, ovvero Competenza, Esperienza, Autorevolezza, Affidabilità.
Il contenuto utile e di qualità viene premiato
Oggi come ieri Google continua a preferire la premiazione di contenuti rilevanti. Nel 2022 è stato introdotto un sistema di contenuti utili, al fine che le ricerche mostrino contenuti principalmente per le persone, anziché per posizionarsi nella SERP. In poche parole, come già detto qui, bisogna scrivere per l’utente che leggerà, non per posizionare il contenuto. Insomma, il miglior modo per fare SEO è non fare SEO. Almeno, non come lo intende la maggior parte delle persone.
Va da sé che come riportato nelle linee guida di Google, chi utilizzerà invece l’IA per generare contenuto che abbia il fine di scalare la SERP, violerà le politiche antispam del motore di ricerca. Lo spam è in continua lotta con il sistema SpamBrain, sempre più raffinato nel contrastarlo. Ma ciò non vuol dire che tutto ciò che genera un’IA sia spam.
Chatbot e SEO, i consigli di Google
Google dalle proprie pagine consiglia ai blogger e ai content creator di generare contenuti con l’IA, mantenendo come base il contenuto originale, per sperare di classificarsi in alto nelle pagine di ricerca. Inoltre devono essere di qualità e pensati per le persone. Inoltre devono rispettare i principi E-E-A-T di Google. Tradotto: produci del contenuto con un’IA, ma poi miglioralo e arricchiscilo con la tua esperienza in campo.
Cosa succede ai contenuti scritti con IA, di scarsa qualità
Lo stesso che succedeva con quelli umani. Se sono testi poveri e scritto tanto per scriverli, difficilmente potranno raggiungere posizionamenti soddisfacenti. I sistemi di Mountain View da tempo si batte per non mostrare nella SERP contenuti poveri e poco soddisfacenti. Che sia scritto da umano o da una macchina. I testi sono esaminati da sistemi che possono determinare l’utilità di un contenuto. Allo stesso modo altri sistemi sono in funzione per elevare il reporting di notizie originali e che non generino fake news o condividano informazioni errate.
Chi deve essere l’autore?
Più criptiche le informazioni riguardo i crediti dell’autore. Da una parte Google consiglia di menzionare se il contenuto è stato generato da un’Intelligenza Artificiale, ma allo stesso tempo non dovrebbe prendere il posto di un autore umano. In particolar modo se i siti Web sono publisher di Google News. In generale andrebbero inserite menzioni all’IA, laddove l’utente si aspettasse che vi sia un disclaimer che lo avverte che il contenuto è stato creato con un sistema di Intelligenza Artificiale. Allo stesso tempo renderlo autore principale, va un po’ in contrasto con la raccomandazione di Google di rendere chiaro ai lettori quando l’IA fa parte del processo di creazione del contenuto. Tradotto: l’IA deve essere un assistente, non l’autore principale.